Analisi di un incipit – La campana di vetro, Sylvia Plath

bell jar

Sono da sempre affascinato dai romanzi in prima persona dove si esplora, fin da subito, la psicologia del personaggio.

Esempio perfetto è l’incipit de “La campana di vetro”, di Sylvia Plath.

“Soffocante, l’estate in cui i Rosenberg morirono sulla sedia elettrica, e io ero a New York e mi sentivo come un’anima persa.”

La simmetria, la costruzione, la capacità di ispirare riflessioni, non sono gli unici pregi di questo incipit. C’è di più.

In questa frase c’è l’intera sinossi del romanzo. L’autore, prima di tutto, stabilisce il tono. Quel “soffocante” identifica lo stato d’animo della protagonista, suggerisce il tema che andremo ad esplorare (disturbi della mente) senza svelare troppo.

l’estate in cui i Rosenberg morirono sulla sedia elettrica” non è rilevante ai fini della storia e dello sviluppo della protagonista, ma rivela il genere e le atmosfere: romanzo di formazione dalle atmosfere cupe. 

e io ero a New York e mi sentivo come un’anima persa.” Qui scopriamo la geografia della scena e del romanzo, e impariamo a conoscere la protagonista: è qualcuno capace di aprirsi e confidarsi, anche quando si tratta di emozioni difficili, intime, e complesse. Inoltre, ci spinge a leggere di più e a domandarci l’origine di queste emozioni.

E per voi, qual è il miglior romanzo in prima persona?

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